Questa situazione surreale ha purtroppo, fatto calare l’attenzione sulle patologie croniche come l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie e il diabete mellito di tipo II, patologie che negli ultimi decenni hanno disseminato mortalità e morbilità in una fascia di popolazione molto ampia.
Tale disattenzione verso il malato cronico, che per paura di contrarre il virus ha evitato ogni spostamento dal proprio domicilio rimandando le visite di controllo, non riuscendo a verificare se la propria salute fosse messa a rischio da una terapia non più adeguata, ha portato ad un aumento significativo di mortalità non COVID – 19 ma a causa dell’aggravamento delle patologie croniche.
Molti pazienti hanno addirittura sospeso le terapie per paura che potessero favorire l’insorgenza dell’influenza COVID – 19.
Un caso emblematico è quello che ha riguardato le notizie non scientificamente provate, che i farmaci ACE inibitori potessero favorire per qualche meccanismo molecolare l’insorgenza del COVID -19.
Tale classe di farmaci è di fondamentale importanza nei soggetti a rischio cardiovascolare, soggetti il cui quadro clinico può peggiorare e degenerare portando alla morte se si sospende tale terapia.
Non di minore importanza, tutti i soggetti che soffrono di Diabete Mellito di tipo II, i quali, non seguendo rigorosamente le terapie protettive e preventive, possono aggravare il loro quadro clinico.
La corretta informazione in tali pazienti, è di fondamentale importanza, è questo ruolo spetta solamente al medico.
L’obiettivo da parte del medico, in questa fase così delicata è di facilitare e rendere più compliante possibile la terapia, permettendo al paziente di raggiungere e mantenere alta l’aderenza ed il target terapeutico.
Tele obbiettivo può concretizzarsi, se il medico riesce ad attuare quelle terapie sia educazionali che farmacologiche adeguate, come ad esempio l’utilizzo delle terapie di associazione, che permettono, con la somministrazione di una sola pillola, di ottenere lo stesso risultato che si otterrebbe con somministrazioni multiple.
Si è visto, che la scarsa aderenza terapeutica e quindi il quadro clinico non ottimale dei pazienti affetti da problematiche vascolari, può peggiorare significativamente il quadro clinico di coloro che hanno contratto il virus.